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Gatto violento: come educarlo

Avere a che fare con un gatto violento purtroppo è qualcosa che può accadere, ed è necessario instaurare con il proprio micio un rapporto di sintonia, intuendo innanzitutto quali sono le motivazioni di tale comportamento, i segnali che un gatto nervoso e aggressivo ci sta mandando. Abituato sin dall'antichità al contatto con l'uomo, un gatto violento è tale solo per una specifica motivazione, tuttavia vi sono delle accortezze che bisognerebbe tenere presente: ad esempio gli esperti consigliano di non prendere mai in affidamento un micio troppo piccolo, in quanto i primi due mesi di vita sono fondamentali per il gattino per apprendere la differenza tra gioco e lotta, quando ritirare le unghie e non affondare i denti e quando invece è necessario lottare per la sopravvivenza. Differenze che insegna mamma gatta appunti nelle prime settimane di vita dei cuccioli.

Gatto violento, perché? Riconoscere i segnali

Non esiste un gatto cattivo per indole, ma vi sono delle precise motivazioni che portano ad un comportamento aggressivo. Quali sono le principali cause di tale atteggiamento? Quali segnali riconoscere? Prima di affrontare il nostro gatto violento, dobbiamo dunque individuare le motivazioni alla base dell'aggressività, che possono in sintesi dipendere da:

  • Irritazione o dolore
  • Paura
  • Intrusione territoriale
  • Sfogo indiretto per eventi esterni
  • Mancanza di stimoli

Nello specifico, alcuni segnali sono più facili da interpretare di altri. Ad esempio un gatto violento a causa di un dolore o una costrizione la si può definire una reazione naturale, legata a un evento specifico e isolato. A volte è un modo che il gatto ha di dire che è stanco di troppe coccole, per cui è bene cercare magari all'inizio contatti non troppo prolungati, abituando il micio poco a poco al rapporto "fisico" con voi. Essendo un animale territoriale, se il gatto avverte di essere sotto minaccia e vede invaso il proprio spazio può assumere un atteggiamento aggressivo, e questo può capitare soprattutto se introducete altri animali o nuove persone in casa (ad esempio un neonato): in questi casi bisogna predisporre con attenzione un periodo di socializzazione, che potrà essere più o meno lungo a seconda del carattere del proprio micio, testando la sua capacità di accogliere un nuovo arrivato in famiglia.

Ma un gatto violento può risultare tale anche per motivi meno comprensibili: ad esempio può avvertire un rumore, o avere una disavventura con altri gatti o animali che lo infastidiscono, e si sfoga indirettamente con il padrone per scaricare l'aggressività. Dobbiamo imparare a riconoscere un gatto violento dai segni fisici che assume il suo corpo, ovvero pupille dilatate, orecchie tese all'indietro e una coda agitata nervosamente: in questi casi non bisogna avvicinarsi a lui, distraendolo con cibo o con un giochino. C'è infine una sindrome rara alla base del comportamento di un gatto violento, chiamata sindrome della tigre, che può colpire i felini che vivono in un appartamento in assenza di stimoli per il suo istinto predatorio: di fronte a un gatto o una gatta aggressiva, possiamo reindirizzare l'atteggiamento del micio verso altri oggetti, ad esempio nascondendo del cibo all'interno di giocattoli per appagare il suo istinto di cacciatore.

Gatto violento: cosa fare e cosa non fare

Vediamo allora come educare un gatto aggressivo soprattutto davanti a comportamenti improvvisi e inattesi: appare del tutto inutile sgridare e alzare la voce con il micio, che anzi avendo un udito molto sensibile rischia di essere ancora più nervoso. Piuttosto, per calmare un gatto violento, pronunciate un "No" in maniera secca, oppure producete un rumore improvviso come un battito di mani o un mazzo di chiavi lasciato cadere per terra. Questi semplici accorgimenti possono sortire l'effetto desiderato. Più in generale, per una lunga e pacifica convivenza che possa evitarci di avere a che fare continuamente con un gatto violento, ricordiamoci sempre di associare i suoi comportamenti sbagliati con delle cose negative e fastidiose per lui, e al contrario di ricompensarlo per tutti i comportamenti positivi. 

 

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